02-09-2019: LA VIRTÙ POLITICA IERI E OGGI

Una delle differenze fondamentali tra l'aristocrazia filosofica platonica e il principio democratico aristotelico sta nel fatto che, per Platone, la virtù doveva essere la connotazione dei governanti che non sarebbero mai stati cittadini, mentre per Aristotele la virtù doveva essere caratteristica educativa di tutti i cittadini che transitoriamente potevano diventare governanti.
Una bella differenza che ci riguarda.
Siamo certi che noi che pretendiamo virtù da chi ci governa (nella forma della onestà e della competenza) siamo cittadini altrettanto virtuosi (per onestà e competenza) tanto da essere adatti a governare?
Aristotele aveva trovato, per me, la formula giusta: sono adatti a governare coloro che sanno essere governati.
È giusto dunque che si stabilisca che chi è stato definitivamente condannato per reati contro la pubblica amministrazione e per una certa tipologia di reati anche privati (cioè chi ha dimostrato di non saper essere governato) non possa accedere a cariche pubbliche (giacché è equivoca la sua virtù per governare).
Ditelo a Salvini e alla Lega (ma vale per tutti).
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