Venditori di Almanacchi

Il fatto che le camere si sciolgano in corrispondenza dell'anno nuovo, propone un affascinante simbolismo tra la considerazione che Giacomo Leopardi aveva sulle illusioni di novità e sulla speranza che induce negli uomini il semplice cambiare un 7 con un 8.
Nelle Operette Morali, infatti il "Dialogo di un Venditore d'Almanacchi e di un Passeggere" è emblematico della nostra situazione politica ed elettorale.
Il testo rappresenta perfettamente le aspettative deluse e le ambizioni disilluse. Ogni anno nuovo, come in ogni nuova elezione, ci si aspetta e ci si augura che tutto migliori, fino a dover constatare, il prossimo anno, come dopo il voto, che tutto è rimasto uguale. E che, in fondo, noi vorremmo rivivere ciò che abbiamo vissuto, che l'ignoto futuro per noi non è altro che una proiezione del passato, giacché, come dice Leopardi, "Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura".
Grazie al Rosatellum noi abbiamo la certezza che il prossimo anno staremo come oggi. Almeno questa disillusione sarà spazzata via. I protagonisti saranno sempre gli stessi, sempre con le stesse relazioni e portatori delle stesse reciproche accuse. La proiezione verso il futuro ci è stata tolta e sappiamo già che quello che avverrà, sarà come, se non peggio, di quello che sempre è stato. Lo sappiamo talmente bene che l'auspicio migliore che possiamo farci e di tenere ciò che abbiamo raggiunto, cioè lo stesso Governo (cosa su cui concordano sia Scalfari che Berlusconi). E sappiamo già che il voto di noi elettori, come è stato nei 50 anni di prima repubblica, sarà soltanto una dichiarazione d'amore, ma non una scelta politica. La decisione politica su chi ci dovrà governare ci è stata sottratta, con un atto d'imperio, per costringerci ad entrare in una epoca (speriamo breve) di restaurazione politica; che comincia con il nuovo anno e con una campagna elettorale fatta da Venditori d'Almanacchi.
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